Museo Terra Aria Montagnana

Una collezione unica di Veicoli e Velivoli Militari

Il Museo Storico Terra Aria si trova presso l’Aviosuperficie di Montagnana ed è un tributo al mondo dell’aviazione. È stato aperto nel 1994, ed è frutto di un meticoloso lavoro di ricerca, collocamento e restauro di veicoli e velivoli militari. Si tratta di uno spazio aperto a tutti gratuitamente. 

Il Museo ospita una ventina di mezzi militari – usati dall’esercito italiano, statunitense, inglese, tedesco, francese – come un cargo Fokker F-27 500 visitabile; un elicottero Augusta A-109 che ha partecipato a varie missioni di pace; uno dei 756 esemplari esistenti al mondo di Fiat G91; un elicottero da ricognizione Ab206; un caccia F-104 Starfighter e molti altri mezzi. I visitatori possono inoltre vedere da vicino dei missili terra aria, un cannoncino Hispano-Suiza, e quasi cento Crest (riproduzioni in metallo degli stemmi araldici di un reparto militare).

Il Museo offre un percorso fotografico dedicato alla storia dell’aviazione e anche alla città di Montagnana.

Alcuni dei mezzi in esposizione sono stati gentilmente donati dal Ministero della Difesa.

Il Museo ha inoltre messo a disposizione un hangar alla Protezione Civile e un hangar ai Vigili del Fuoco. L’Aviosuperficie di Montagnana è anche base secondaria (con vasca rifornimento) dell’elicottero antincendio regionale che arriva dal Bellunese.

Alcuni mezzi esposti al Museo

T-33A SHOOTING STAR

T-33A - Shooting Star o T-Bird - MM 55-3076

T-33A SHOOTING STAR

Il Lockheed T-33 Shooting Star, informalmente indicato anche come T-Bird, è un aereo da addestramento a getto biposto, monomotore, monoplano ad ala dritta e bassa, sviluppato dall’azienda aeronautica statunitense Lockheed Corporation nella seconda parte degli anni Quaranta e prodotto, oltre che dalla stessa, anche su licenza dalla canadese Canadair e dalla giapponese Kawasaki. Costruito dal 1948 al 1959, venne sviluppato sulla base del P-80 Shooting Star (in seguito rinominato F-80), il primo caccia a getto operativo nell’United States Air Force (USAF); inizialmente denominato TP-80C o TF-80C, il T-33 fu a sua volta la base del caccia intercettore F-94 Starfire.

Modello estremamente longevo nella sua vita operativa e utilizzato in numerose aeronautiche militari mondiali. Gli ultimi esemplari, usati in Bolivia, sono stati ritirati dal servizio nel luglio 2017. Consegnato all’AM nel Febbraio 1956. Inizialmente è stato preso in carico dalla SVSV del 1° Stormo di Istrana con i codici 1-100. Il 17 Aprile 1958, sempre con il codice 1-100, ha avuto un incivolo al suolo a Ciampino per una collisione al parcheggio con un C-118 dell’USAF (pilota S.Ten. Antonio Ferri). Dopo la riparazione è stato assegnato alla Scuola di Amendola dove ha volato con il codice SA-376. Poi se ne perdono le tracce, ricompare verso la fine degli anni Sessanta al Reparto Radiomisure con il codice CR-20 che poi diventa 14-20 con il passaggio al 14° Stormo. Il T33 si trovava abbandonato a Capodichino (NA) e nel 1994 è stato concesso a Montagnana tramite l’Ambasciata Americana.

Gentilmente concesso all’Avioclub Montagnana dal Ministero della Difesa

F104S - ASA-M del 1973

T-33A SHOOTING STAR

L’Aeritalia F-104S Starfighter è stato un aereo monomotore bisonico multi-ruolo, caccia intercettore ogni-tempo, d’attacco e d’assalto, ricognitore e d’addestramento con ala trapezoidale. Fu una versione costruita in Italia derivata dal Lockheed F-104 Starfighter che venne data in dotazione all’Aeronautica Militare divenendone la colonna portante dalla fine del 1960 fino agli inizi del XXI secolo. Gli F-104S furono acquisiti anche dalla Türk Hava Kuvvetleri, l’aeronautica militare della Turchia, dove rimasero in servizio fino a metà degli anni Novanta. L’F-104S è stato lo sviluppo finale della linea Starfighter. Derivato da studi di progettazione della Lockheed su un “Super Starfighter”, l’F-104S è stata una delle migliori varianti della serie F-104 e destinata ad essere l’ultima in servizio in tutto il mondo. L’F-104S (aggiornato alla variante ASA/M) è stato ritirato dal servizio in Italia nel mese di ottobre del 2004. Ultimo volo da Grosseto a Grazzanise il 18.03.2004 con 3.537 ore volo totali. Esposto nel Museo dal 2007.

Gentilmente concesso all’Avioclub Montagnana dal Ministero della Difesa

FIAT G91R – MM 6290 – CN 154

FIAT G91R

Il Fiat G.91, poi Aeritalia G-91, era un caccia-bombardiere-ricognitore monomotore a getto ed ala a freccia progettato dall’ing. Giuseppe Gabrielli e prodotto dall’azienda aeronautica italiana Fiat Aviazione (divenuta Aeritalia in un secondo tempo) dalla metà degli anni Cinquanta. Fu il vincitore del concorso della NATO del 1953 per la produzione di un nuovo aereo leggero da supporto tattico. Utilizzato principalmente dalla tedesca Luftwaffe e dall’Aeronautica Militare, in Italia è noto anche per essere stato a lungo il velivolo della pattuglia acrobatica nazionale Frecce Tricolori fino alla sua sostituzione con l’Aermacchi MB-339PAN. La Força Aérea Portuguesa impiegò il G.91 dal 1966 al 1973 nelle operazioni contro-guerriglia nella Guinea portoghese e in Mozambico. Restò in produzione per 19 anni. Ne furono costruiti 756 esemplari, inclusi i prototipi e i modelli di pre-produzione. Costruito in varie versioni tra cui le principali G91-prototipo, G91-PAN modificato per l’impiego nella pattuglia acrobatica nazionale (dal 1964 al 1981), G91R equipaggiato con apparati fotografici, G91T biposto e G91Y bimotore. Assegnato al 5° Stormo e poi al 2° Stormo di Treviso. Arriva a Montagnana nel 1989.

Gentilmente concesso all’Avioclub Montagnana dal Ministero della Difesa

MACCHI MB-326 – MM 54189 – CN 6194

MACCHI MB-326

Progettato dall’ing. Ermanno Bazzocchi, l’addestratore MB.326 fu uno dei più acclamati successi industriali italiani del dopoguerra essendo stato prodotto in più di 600 unità, venduto in più di cinquanta nazioni e prodotto su licenza in Australia, Brasile e Sudafrica. I collaudi del “Macchino” iniziarono il 10 dicembre 1957 e l’anno seguente questo velivolo stabilì 9 record mondiali per la sua categoria. L’A.M. acquistò 135 MB.326 e a partire dal 1962 questi aeroplani equipaggiarono, per circa venti anni, la Scuola Volo Basico Iniziale Aviogetti (SVBIA) a Galatina (Lecce). Il Macchino fu impiegato principalmente per l’addestramento al volo basico. Nel 1967 fu sviluppata una nuova versione, il MB.326G e l’Aeronautica Militare acquistò i due prototipi che collaudò presso il Reparto Sperimentale di Volo di Pratica di Mare. La vita operativa del “326” terminò nella seconda metà degli anni ‘90 dopo essere stato impiegato come velivolo di collegamento. Si trovava fuori uso a Capodichino ed è arrivato a Montagnana nel 1994.

Gentilmente concesso all’Avioclub Montagnana dal Ministero della Difesa

JET PROVOST T5A – s/n XW367

JET PROVOST T5A

L’Hunting Percival Jet Provost, in seguito BAC Jet Provost, era un aereo da addestramento monomotore turbogetto britannico, originariamente prodotto dalla Hunting Percival Aircraft e successivamente dalla British Aircraft Corporation dal 1955 al 1993. Rappresentò la piattaforma di addestramento di base della RAF per lungo tempo, a partire dalla seconda metà degli anni Cinquanta, sostituendo in questo ruolo l’Hunting Percival Provost, ancora dotato di motori a pistoni. È stato consegnato anche a varie Forze Aeree modificato con armamento leggero. Il disegno è stato ulteriormente sviluppato nella variante da attacco al suolo con armamento pesante e denominato BAC Strike Master. La prima versione de T3 era equipaggiata con un motore Viper 102, la successiva T4 aveva un motore Viper A.S.V. 11, mentre li modello T5 aveva un Viper 201 ed era pressurizzato. Manovrabilità eccellente, ottima affidabilità e basso costo di esercizio, fu usato come aereo acrobatico, addestratore tattico alle amri e addestratore avanzato. Alcuni operatori: Asutralia, Ceylon, Iraq, Kuwait, Portogallo, Singapore, Yemen, Sudan, Venezuela, Egitto. Esistono ancora esemplari privati volanti. Arrivato a Montagnana nel 2014. Tuttora operativo al suolo.

L-29 DELFIN – s/n S91235

L-29 DELFIN

L’Aero L-29 Delfin (nome in codice NATO: Maya) era un aereo militare da addestramento a reazione, che negli anni Sessanta divenne l’addestratore standard per i Paesi del Patto di Varsavia. Si trattò del primo aereo a reazione progettato e costruito in Cecoslovacchia. Il Delfin fu utilizzato per svolgere attività di addestramento basico, intermedio ed all’utilizzo delle armi. Per l’ultimo tipo di missione, fu equipaggiato con punti d’aggancio per imbarcare pods, bombe e razzi, con un carico massimo imbarcabile di circa 200 kg. I Delfin furono anche impiegati in combattimento dall’Egitto contro i carri armati israeliani durante la guerra dello Yom Kippur. Il maggior utilizzatore, comunque, fu l’Unione Sovietica, che ne ricevette 2.000 esemplari. Il 2 ottobre 2007, un esemplare fu il primo aereo a reazione al mondo a volare utilizzando come combustibile il biofuel, senza aver avuto bisogno di modifiche. Immatricolato in Italia nel 1997 (I-SEXI). Arrivato a Montagnana nel 2019. Tuttora operativo al suolo.

FOKKER F27 MK500F del 1968

FOKKER F27

Originariamente immatricolato come PH-FNM, poi consegnato alla Air France Post – F-BPUG, e ceduto nel 2002 alla Miniliner – I-MLGT. Questo esemplare usato come Cargo era di base a Bergamo – Orio al Serio dove è stato smontato e caricato su due trasporti eccezionali di 25mt e 27mt per il trasporto fino a Montagnana nel 2017. La pancia è visitabile.

AB 206 - E.I. 555 - MM 80616 e AB 206 - E.I. 625 - MM 80893

ELICOTTERO AB 206

Bell 206 è una famiglia di elicotteri leggeri mono e biturbina con rotore a due pale, sviluppata dall’azienda statunitense Bell Helicopter Textron dalla fine degli anni Sessanta fino al 2017. Il primo Bell 206 fu originariamente sviluppato per il programma Light Observation Helicopter dell’United States Army, ma non si aggiudicò il contratto. La Bell riprogettò la struttura modificandola per ospitare cinque posti e la commercializzò con successo sul mercato civile con il nome Bell 206A JetRanger. Il nuovo modello venne selezionato anche dall’esercito statunitense, che gli assegnò la denominazione OH-58 Kiowa. La Bell sviluppò un’ulteriore versione a sette posti, cui diede il nome di LongRanger e che fu in seguito offerta anche in versione a due motori con il nome TwinRanger. In Italia la versione JetRanger venne prodotta su licenza dall’Agusta con la denominazione Agusta-Bell AB206. Fuori uso presso il 1° Reggimento Sostegno “AVES IDRA” di Bracciano. Arrivato a Montagnana nel 2017.

SIAI Marchetti SF 260AM - MM. 55013 del 1987

SIAI Marchetti SF 260

Il SIAI-Marchetti SF-260, in seguito Aermacchi SF-260, è un aeroplano monomotore ad ala bassa costruito e sviluppato dall’azienda italiana SIAI-Marchetti negli anni Sessanta e successivamente commercializzato, oltre che dalla casa stessa, dalla Aermacchi, a seguito della sua acquisizione. Progettato dall’ingegnere Stelio Frati, è destinato primariamente all’aviazione generale per uso sportivo e da turismo, ma grazie alle sue grandi capacità di addestratore basico è largamente usato nelle scuole di volo, anche in quelle militari. In forza al 70° Stormo di Latina, faceva parte di un lotto ceduto alla Aermacchi in cambio dei nuovi SF-260EA e da questa ceduto al distributore “AirPower”. Nel 2013 fu prelevato a Varese completamente smontato e portato a Montagnana dove fu revisionato e rimontato con un lavoro certosino di 2 anni. Rimesso in linea di volo il 25.05.2015. In America lo usano anche come “Dog Flight” ed è conosciuto come la Ferrari dei cieli. Tra le varianti c’è il modello SF-260W con supporti sub alari per armamenti ed usato come caccia leggero. Utilizzatori principali sono Aeronautica Militare, Filippine, Turchia, Messico, Libia (250), Singapore, Belgio, Tunisia, Mauritania, Uganda, Uruguay, Venezuela, Zambia, Zimbabwe, Bolivia, Brunei, Comoros, Haiti, Irlanda, Myanmar, Nicaragua, Rhodesia, Somalia, Sri Lanka, Thailandia, Abu Dhabi, Sabena, Marocco.

Note di Storia. Il 03.07.1983, 9 SF-260C decollarono dall’aeroporto di Vergiate al termine della manifestazione aerea e seguendo la rotta polare percorsa da Italo Balbo 50 anni prima, effettuarono un volo di 8.000 Km per raggiungere la città di Chicago che festeggiava i suoi 150 anni. Per l’assistenza radio e trasporto materiali e specialisti, l’Aeronautica Militare mise a disposizione un G-222 della 46° Brigata di Pisa. I piloti erano quasi tutti ex Frecce Tricolori e al rientro dalla trasvolata si costituì a Thiene la pattuglia acrobatica della Alpi Eagles con 4 SF-260C.

SIAI Marchetti SM 1019 - MM. 57252

SIAI Marchetti SF 260

Consegnato all’ALE (Aviazione Leggera Esercito) il 14 aprile 1980.

Nel 1988 era presso il 301° Squadrone A.L. del 30° Gruppo Squadroni “Pegaso” di Catania Fontanarossa. Arrivato a Montagnana nel 2020 dove è stato completamente smontato e revisionato.

Immatricolato: I-MECV nel 2021 tramite il CAP

E.I. 262425 Anno 1990 e E.I. 262388 Anno 1991

F18 FRESIA 4x4

Il motocarrello Fresia F18 (o MTC 90) è dotato di trazione integrale e sterzo completamente servoassistito idraulicamente su entrambi gli assi, che lo rendono uno dei mezzi più adeguati al trasporto di materiali in ambiente di montagna, ovvero su terreni accidentati nevosi o fangosi. Il Fresia F18 ha la possibilità di essere comandato da bordo oppure da terra. È dotato di un motore Briggs & Stratton Twin II a due cilindri orizzontali di 694 cm3, montato sul lato sinistro in posizione centrale, che fornisce una potenza di 18 CV a 3 600 giri/min. Il motocarrello ha un passo di 1,2 m, carreggiata 0,7 m che ospitano un pianale di carico di dimensioni 1,915 x 1,040 m con una portata utile di 430 kg (o 540 kg in caso di guida da terra). Il veicolo pesa a vuoto 540 kg. Con queste caratteristiche, il motocarrello è in grado di superare pendenze del 60%, e trasversalmente del 30%. È in grado di guadare torrenti alti al massimo 30 cm. Il veicolo ha un’autonomia di circa 8 ore e una velocità di crociera di 20 km/h.

Il veicolo veniva utilizzato dai reparti Alpini dell’Esercito italiano per il trasporto di parti di artiglieria da montagna, ad esempio l’obice Oto Melara 105/14, in sostituzione dei muli.

Fuori uso presso il deposito militare di Campalto (VE) e portati a Montagnana nel 2003

AR76 CAMPAGNOLA

Versione militare prodotta dal 1951 al 1987 in circa 33.000 esemplari a benzina e 8.500 diesel. Misure: 3,75 x 1,60 x 1,90 m; motore 1900 cm3 – 4 cilindri FIAT – 48CV. Nel 1951 due FIAT CAMPAGNOLA effettuarono la traversata Algeri – Città del Capo andata e ritorno in 11giorni, 4 ore e 54 minuti, stabilendo un record Mondiale tuttora mai eguagliato.

AUTOCARRO FIAT 660S-TM69 6x6

Ruolo di Trattore d’Artiglieria per Cannoni o Obici (FH-70 – 203/25).

Può trasportare 11 soldati in cabina e nell’area di carico 21 soldati o cariche, proiettili, scorte. Il modello qui esposto è del 1973.

APS – AUTOPOMPASERBATOIO FIAT 160R-7° - VIGILI DEL FUOCO

Motore Diesel 211CV – 6 cilindri (10.380 cm3) – serbatoio acqua 4000 lt. Pompa con portata 1900 lt/min a 8 atm oppure 450 lt/min a 40 atm. Presente a Montagnana dal 2020.

MISSILE NIKE

Il missile Nike Hercules fece il suo ingresso nel 1958. Pesava circa 5 tonnellate, con 4 motori ausiliari (booster) che dopo aver raggiunto 1,5 Mach si sganciavano (dopo circa 4 secondi dall’accensione).

Venne utilizzato anche tra le schiere dell’Aeronautica Militare Italiana, che equipaggiò 3 stormi (complessivamente 96 lanciatori) con il suddetto sistema terra-aria. Si trovava a Padova ed è stato concesso a Montagnana nel 2021.

Gentilmente concesso all’Avioclub Montagnana dal Ministero della Difesa

M113

L’M113 è un veicolo trasporto truppe (VTT) completamente cingolato progettato negli anni Cinquanta, con in mente la possibilità di ospitare una squadra di fanteria completamente equipaggiata e di fornire alle truppe l’appoggio di fuoco ravvicinato. L’M113 doveva avere capacità di movimento anfibio senza preparazione e la capacità di protezione dei soldati trasportati dal fuoco di armi leggere. La funzione tattica del veicolo era di trasportare i soldati fino al campo di battaglia e, una volta sul campo di battaglia, di sostenerli con il fuoco delle armi in dotazione al veicolo. Non era previsto (e quindi non era possibile) il combattimento delle truppe trasportate da bordo del veicolo. Solo veicoli di progettazione successiva (veicoli da combattimento della fanteria) permisero ai fanti di essere portati entro il campo di battaglia e di combattere direttamente dall’interno del veicolo. Sullo scafo dell’M113 fu realizzato un gran numero di veicoli specializzati, con funzioni particolari sul campo di battaglia. Fuori uso presso il deposito mezzi cingolati di Lenta, è a Montagnana dal 2021.

Gentilmente concesso all’Avioclub Montagnana dal Ministero della Difesa

Il Direttore

Vittorio Frison ha cominciato a volare con gli ultraleggeri negli anni ‘70 per poi approdare all’aviazione generale debuttando con un Aviamilano P19, arrivando fino all’abilitazione acrobatica. È uno dei fondatori dell’Aviosuperficie di Montagnana. “Il nostro sogno è che il Museo diventi un punto fermo per le scuole e per la città di Montagnana. Ogni reperto esposto è stato attentamente restaurato, ed è accompagnato da una scheda completa che aiuta i visitatori a comprenderne la storia. Si può anche assistere alla messa in moto di alcuni mezzi”.

Quando è aperto il Museo?

Il Museo è aperto con accesso libero nel weekend.

Visite infrasettimanali, scuole, gruppi

Per le visite infrasettimanali, per i gruppi o per le scolaresche, e per assistere alla messa in moto dei mezzi (JET PROVOST – L29 – SF260 – SM1019) è necessario accordarsi con il Museo.

L'aviosuperficie di Montagnana

Il Museo si trova presso l’Aviosuperficie di Montagnana, sede dell’Avioclub. L’area è dotata di ampio parcheggio per auto e pullman, area ristoro e di un parco giochi per bambini.

Come contattare il Museo?

Per richiedere informazioni o per prenotare le visiste, potete telefonare al numero 0429-804442 o scrivere una email a museomilitaremontagnana@gmail.com

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